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Alcune
esperienze particolari, vissute ed anche vivibili. Esperienze che possono
essere utili riferimenti nella realizzazione del progetto Mind Scuola. Corso ufficiali di complemento In
questo contesto il riferimento ad un corso militare può sembrare fuori luogo,
o inappropriato per alcune persone. Qui
non mi riferisco agli aspetti militari del corso, ne tantomeno a quelli
bellici, ma all’aspetto educativo. In
cinque mesi le persone acquisiscono delle capacità che prima ritenevano
inimmaginabili, su tutti i livelli: fisico, mentale, psicologico. Ho
frequentato il corso 124°AUC per mettere a frutto il periodo di servizio
militare obbligatorio acquisendo delle tecniche che poi si sono rivelate
molto utili anche per la vita di tutti i giorni. Un
ufficiale opera in una struttura che gli conferisce un grande potere sui suoi
subalterni, ma pur avendo questo potere, se non sa esercitarlo, difficilmente
arriverà a dei buoni risultati. Immaginate
di essere un tenente che opera con il suo plotone, indicativamente 40 uomini,
in una zona isolata. Il tenente è da solo a comandare queste persone,
militari semplici, caporali, sottoufficiali. Il
suo ruolo gli conferisce il potere di comandare, ma questo può non essere
sufficiente ad avere il controllo delle persone che gli devono obbedienza. Immaginate
che ad un certo punto il plotone deve fare una azione di attacco in cui tutte
le persone sono consapevoli di avere una bassissima probabilità di
sopravvivenza. Situazione che in guerra si verifica più spesso di quanto non
si immagini. In
questa situazione i militari potrebbero ritenere più sicuro ribellarsi agli
ordini dell’ufficiale. Data la loro superiorità numerica non sarebbe
difficile avere la meglio, evitando così di andare incontro ad una morte
quasi certa affrontando il nemico. Qual
è l’elemento, la forza, per cui i militari obbediscono all’ordine del tenente
che dice ‘attacchiamo!’ pur sapendo che vanno incontro alla morte? Il
carisma. Il
carisma non è esercitato solo dalla persona che ha il ruolo di comandare, ma
anche dalle idee e dalle strutture organizzative. Elementi
chiave nell’esercito sono: Il cameratismo La
consapevolezza che si può sopravvivere solo se si creano dei buoni rapporti
con i camerati. Nelle difficilissime condizioni di una guerra tutti si
troveranno sicuramente nella necessità di essere aiutati a superare una
difficoltà. Le regole del cameratismo vengono espresse nella volontà di non
abbandonare mai il compagno, di aiutarlo, anche mettendo a rischio la propria
vita. La volontà di salvare il gruppo e metterlo al primo posto nella scala
delle priorità, davanti alla propria sopravvivenza. Solo se tutti hanno
questo senso di cameratismo, il gruppo potrà fare fronte alle difficoltà e
sopravvivere. Se ognuno pensasse a se stesso, sarebbero subito tutti
spacciati. Massima espressione del cameratismo è l’eroe che muore per salvare
i compagni. La patria In
guerra si è immersi nei pericoli. Il nemico è il male. La patria è il bene.
La patria è una estensione del cameratismo, estensione a tutta la nazione.
Nazione che contiene i parenti, gli amici, la donna amata, i figli, la casa,
tutto ciò per cui si è lottato, lavorato, amato, sofferto, vissuto. La
patria è il bene supremo da difendere. Per la patria si può morire, anche in
molti. Chi non difende la patria, chi fugge davanti al pericolo per salvare
la propria vita a scapito della patria, è un traditore. E’ talmente negativo
da dover essere ucciso immediatamente. Non ha nessun diritto di vivere. Il rispetto delle regole e dei
ruoli In
guerra speso non c’è tempo di parlare, di discutere. Chi prende le decisioni
deve essere sicuro che saranno immediatamente eseguite. Durante un attacco
non si può fermarsi per ascoltare un parere di un militare che disquisisce
sulla opportunità della guerra. Si esegue l’ordine e basta. Non eseguirlo
significa dare tempo al nemico, significa morire sicuramente. La
regola è che ogni ordine deve essere eseguito immediatamente come richiesto.
Quando e se c’è il tempo è possibile esprimere la propria opinione, sempre
con il rispetto del grado e dei ruoli. La gerarchia La gerarchia
militare è molto precisa e definita. I ruoli, i diritti, i poteri. E’ tutto
molto chiaro. Questo rende efficiente il sistema, l’esercito. Non ci sono
dubbi su chi da gli ordini e chi li deve eseguire. Ma
un bravo ufficiale non è quello che fa sentire delle nullità i suoi soldati
mettendosi su un piedistallo. Ma è l’ufficiale che sa ottenere l’obbedienza
soprattutto con il suo carisma, più che con il potere conferitogli dalle
regole. Se
non hai carisma, come volterai le spalle, saranno subito tutti pronti a
prendersi beffa di te. Non avrai mai la sicurezza che i tuoi ordini vengono
eseguiti. L’ufficiale
è colui che ha il ruolo di comandare. Non è un uomo superiore per il ruolo
che ha, ma è un uomo che deve saper dimostrare di essere all’altezza del ruolo
con il suo comportamento, che deve essere superiore, come correttezza,
impegno, coerenza, coraggio, capacità. Il
corso per ufficiali di complemento in cinque mesi deve trasformare degli
uomini in ufficiali. Deve dargli le capacità e le conoscenze per comandare,
ma soprattutto il carisma per poterlo fare. Il
primo giorno sono arrivato a Roma, alla Cecchignola.
Ho detto che dovevo iniziare il servizio militare e mi è stato detto di
accomodarmi. Mi accomodo e consegno la cartolina. Il sergente mi guarda, vedo
un sorriso un po’ sadico nel suo sguardo, ed immediatamente mi dice: si alzi!
Dopo un attimo arriva un altro sergente, pelato, come quello delle scuole
militari americane che si vedono nei film, mi guarda e mi dice: mi segua!
Parte di corsa a razzo ed io dietro di lui, con i miei bagagli portati per
questa avventura che sapevo non mi avrebbe fatto tornare a casa per 5 mesi.
In quel momento ho iniziato a correre e non ricordo di aver mai camminato nei
5 mesi successivi. Dalle
sette di mattina fino alle 23, ed a volte anche oltre, si marciava, si faceva
sport, allenamento, lezioni, esercitazioni. Sempre di corsa. 15 minuti per
mangiare, compreso il tempo per fare la coda per entrare nella mensa. Mai
camminare, solo correre. E quando si spegnevano le luci si accendevano le
pile per studiare. Chi sotto le coperte, nascosto nell’armadietto, io andavo
in bagno e mi sedevo su un secchio rovesciato. La
giornata era intensissima e tutto veniva usato per valutare gli allievi
ufficiali. Costantemente sotto sorveglianza, costantemente controllati,
spiati dalle finestre da sergenti che si arrampicavano sui cornicioni per
controllare gli allievi nelle loro camerate, controlli di pulizia per
verificare se c’era della polvere nei posti più impensati, il risvolto della
saldatura sotto un armadietto, piuttosto che il tubo al neon posto a 5 metri
di altezza sul soffitto della camerata. Ad
ogni selezione venivano scartati alcuni allievi ufficiali. Complessivamente
veniva scartato circa il 20% delle persone. Questo significa che qualsiasi
risultato ottenevi nei test e nelle competizioni, per quanto fosse buono, non
ti garantiva di diventare ufficiale. Non basta essere bravissimi, devi essere
migliore degli altri, sempre, in tutto. Ed è così che scopri che quelli che
pensavi fossero i tuoi limiti, non sono nemmeno il 10% di quello che
realmente puoi fare. Su tutti i livelli: fisico, mentale, psicologico,
affettivo. L’impegno intensissimo è l’elemento che permette di
allenare e sviluppare le capacità fisiche e mentali. La tensione emotiva di voler raggiungere un
obiettivo, e la consapevolezza che non c’è un momento in cui si possa
‘sedersi’ sui risultati ottenuti, la consapevolezza che per quanto si faccia
l’obiettivo potrebbe sfuggirti in qualsiasi momento, crea una tensione psicologica
intensissima. Gestire questa tensione continuando ad ottenere ottimi
risultati è un allenamento importante. I controlli della pulizia esasperanti, della divisa in ordine,
della precisione nel svolgere qualsiasi compito. Sono tecniche per far capire
all’allievo che l’ufficiale deve sempre essere perfetto, in ordine, pulito
anche pochi minuti dopo un combattimento, in grado di gestire ogni situazione
al meglio, con perfetto controllo, pulizia, ordine, precisione, correttezza.
Questi elementi sviluppano la capacità di essere carismatici. Quando
il militare si trova in difficoltà e pensa che la situazione sia oltre ogni
limite di sopportazione, se vede il suo ufficiale tranquillo, impeccabile,
sereno, in grado di controllare la situazione in modo corretto e preciso,
acquista forza e fiducia. Si rende conto che chi lo comanda ha delle grandi
capacità ed acquista fiducia in lui. Ma queste capacità non devono
essere ostentate,
ma deve essere il militare a notarle ed apprezzarle. L’apparenza
è chiaramente solo uno degli aspetti. L’autocontrollo, la fiducia in se
stessi, la sicurezza, la capacità di analizzare e capire le situazioni sono
tutti elementi importanti. Ma
l’elemento più importante è la capacità di gestire correttamente i ruoli e le
relazioni. Qualsiasi situazione di tensione si verifichi tra i militari, tra
loro o con i superiori, deve essere risolta con fermezza ma in modo
impeccabile. Si deve trovare una soluzione che tutti ritengano corretta. E se
si deve punire una persona, si deve procedere in modo che anche lui sia
convinto di meritare la punizione e che il comportamento di chi lo punisce è
ineccepibile. Ed
un altro elemento importante è l’umiltà
e il rispetto. Può sembrare in antitesi con il carisma, ma non è così.
Tutt’altro. Solo
chi è consapevole e sicuro delle proprie capacità, non ha difficoltà ad
ammettere che su alcune cose c’è chi ha delle capacità superiori. L’ufficiale ha un ruolo
superiore, di comando. Ma non è un uomo superiore. Ogni
persona ha ruoli diversi: il meccanico, il cuoco, l’autista, il cecchino. E’
evidente che ogni persona ha delle conoscenze e delle capacità specifiche.
L’ufficiale deve saperle riconoscere ed apprezzare, non pensare mai che in
quanto ufficiale ne sa di più del meccanico in fatto di meccanica. Ma
questo deve estendersi anche ad altre valutazioni, a valutazioni umane.
L’ufficiale esercita un ruolo per cui è a conoscenza di fatti ed aspetti che
il militare non consoce. Per questo, e solo per questo, lui ha maggiori
capacità nell’esercizio del comando e nelle scelte operative. Esattamente
come il meccanico che conosce come è fatto il motore. E
quando il ragionamento si sposta sulla valutazione di un individuo, sulle
scelte che ha fatto, il suo comportamento, le sue richieste … non c’è un
superiore. L’ufficiale deve essere anche uomo, con l’umiltà di accettare che
anche l’ultimo militare può avere delle idee migliori delle sue, con il
rispetto della personalità e della individualità di ognuno. Solo
un ufficiale sicuro del suo carisma, delle sue qualità, della sua
inattaccabilità per la coerenza e correttezza con cui si è sempre comportato,
solo questo ufficiale non avrà problemi a dire: lei ha perfettamente ragione.
E quando lo dirà, il suo carisma aumenterà enormemente. Conclusioni Nei
dieci mesi in cui ho prestato servizio come ufficiale a Bassano del Grappa ho
cercato di applicare queste regole. Sicuramente ho fatto molti errori, e la
situazione non era difficile come in una guerra, Bassano è una fiorente
cittadina dove i militari sono amati dalla popolazione. La
soddisfazione più grande per me è stato l’apprezzamento dei miei militari, la
loro stima il loro affetto. Ogni scaglione a 100 giorni dal congedo esce a
cena, e il militare più anziano dello scaglione guida i suoi compagni in una
marcia in cui si canta una canzone per celebrare il giorno in cui non si
obbedirà più ai superiori. Tutti i militari che mi hanno conosciuto hanno
voluto che fossi io a guidarli in questa marcia, anche nel giorno che
celebravano il loro rifiuto del comando, hanno voluto che fossi io a
comandarli. Un riconoscimento bellissimo, credo unico. Per 12 mesi dopo il
congedo sono tornato a Bassano a celebrare la marcia dei cento dei miei
militari. Ne sono orgoglioso, ho cercato la loro stima e l’ho conquistata. Questo
credo debba essere l’atteggiamento dell’insegnante. La
guerra che dobbiamo combattere è per ottenere una vita migliore. Il nemico
sono le difficoltà della vita, la lotta per la sopravvivenza, la menzogna, la
falsità, la fame, le necessità, la malattia, il dolore, la morte. Ma
con un corretto cameratismo esteso a tutte le persone con cui ci troviamo a
condividere degli sforzi e del tempo, con un senso di patriottismo che sappia
anche andare oltre i confini del proprio stato ed inglobare tutto il mondo,
avremo le basi per creare un mondo migliore. Il
rispetto dei ruoli degli altri, delle regole, sono essenziali per mantenere
l’ordine e la cooperazione. Non ci può essere cooperazione efficace se non ci
si attiene a delle regole comuni, se non si rispettano i diversi ruoli, se
non si sa offrire affidabilità e coerenza. La
scuola dovrebbe essere scuola di vita. La scuola dovrebbe sviluppare queste
capacità, perché nella vita tutti siamo comandanti e subalterni contemporaneamente.
Dobbiamo saper esercitare correttamente il nostro carisma sui figli, obbedire
ai nostri superiori sul lavoro, attenerci alle regole sociali, saper
comandare e farci valere quando necessario. Combattere le nostre battaglie e
vincerle, sempre nel rispetto delle regole, dei principi, della correttezza e
coerenza. Ma
alla base di tutto ci deve essere l’impegno, l’energia, la volontà di
migliorare e di superare ogni giorno i nostri limiti, di dimostrare a noi
stessi che siamo migliori di ieri. Altrimenti
saremo solo dei bellissimi motori senza benzina. Destinati ad arrugginirsi e
bloccarsi in poco tempo. L’energia
della vita nasce dalla consapevolezza di poter migliorare, dalla percezione
che ogni giorno proseguiamo in questa direzione. L’insegnante
che saprà trasmettere questi valori sarà un maestro di vita. |
Questo progetto è promosso da: L’ufficiale e il carisma Il suo ruolo gli conferisce il
potere di comandare, ma questo può non essere sufficiente ad avere il
controllo delle persone che gli devono obbedienza. E’ necessario il carisma. Elementi chiave
dell’esercito ·
Il cameratismo ·
La patria ·
Rispetto delle regole e dei ruoli ·
La gerarchia L’umiltà e il rispetto Solo chi è consapevole e sicuro
delle proprie capacità, non ha difficoltà ad ammettere che su alcune cose c’è
chi ha delle capacità superiori. L’ufficiale ha un ruolo superiore, di comando. Ma non è un uomo
superiore. Conclusioni: ·
La guerra che dobbiamo combattere è per ottenere una vita migliore. ·
L’energia della vita nasce dalla consapevolezza di poter migliorare,
dalla percezione che ogni giorno proseguiamo in questa direzione. ·
Un corretto cameratismo esteso a tutte le persone con cui ci
troviamo a condividere degli sforzi e del tempo ·
Il rispetto dei ruoli degli altri, delle regole, sono essenziali per
mantenere l’ordine e la cooperazione. ·
Saper offrire affidabilità e coerenza. ·
Alla base di tutto ci deve essere l’impegno, l’energia, la volontà
di migliorare e di superare ogni giorno i nostri limiti, di dimostrare a noi
stessi che siamo migliori di ieri. ·
L’energia della vita nasce dalla
consapevolezza di poter migliorare, dalla percezione che ogni giorno
proseguiamo in questa direzione. |
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